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CONCORDATO BIENNALE: ANCORA NOVITÀ

 

 

Il concordato preventivo biennale viene nuovamente aggiornato, in conseguenza di ciò i tempi necessari ad inserire i dati ed a valutare la proposta del Fisco spostano in avanti altre scadenze, dai versamenti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Il decreto attuativo della delega fiscale prevede che l’Agenzia delle Entrate metta online entro il 15 giugno i dati che verranno usati per elaborare il “reddito proposto”, in pratica l’imponibile sulla cui base chi aderirà al concordato pagherà le imposte “bloccate” nel biennio 2024 2025.  Per prima cosa, per i contribuenti sottoposti alle pagelle fiscali, i forfettari ed i minimi, arriva il rinvio della scadenza per il pagamento delle imposte riferite al saldo 2023 e primo acconto 2024, rinvio dal 30 giugno al 31 luglio, senza maggiorazioni. L’acconto da versare entro il 31 luglio dovrà essere calcolato con le regole “normali”, senza tener conto del concordato. Del maggior reddito pattuito con il Fisco, insomma, si dovrà tener conto nel secondo acconto (30 novembre). Questo perché il decreto concede tempo fino al 15 ottobre per aderire al concordato, allungando i tempi inizialmente previsti.  Con una mezza retromarcia, pertanto, viene subito disinnescato per quest’anno l’anticipo del modello redditi dal 30 novembre al 30 settembre, termine che sarà da rispettare dal 2025.  Si capisce quindi che il calendario appena riscritto è ancora provvisorio, perché l’anno prossimo e nel 2026 è destinato a cambiare. Inoltre per i contribuenti forfettari il concordato preventivo quest’anno sarà soltanto annuale e sperimentale, ed andrà deciso quasi a consuntivo dopo nove mesi e mezzo su dodici, mentre il primo biennio di piena applicazione sarà il 2025-2026, nel quale il Fisco si baserà anche sui dati delle fatture elettroniche estese a tutti.  Ci sono poi altri incroci da monitorare, con il primo acconto da calcolare con le regola ordinarie, chi aderirà al concordato dovrà pagare tutta la maggiore imposta con il secondo acconto del 30 novembre. Vedremo poi se, anche quest’anno, sarà confermato il rinvio al 16 gennaio del secondo acconto Irpef per i titolari di partita Iva con ricavi o compensi fino ad euro 170mila, per questi contribuenti ci sarebbe la possibilità di spalmare fino al 16 maggio 2025 i rincari di imposta connessi all’adesione al concordato. 

 

 

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