Comunicato stampa 17-04-20
In queste settimane dolorosissime, un tema fra gli altri è emerso: fare presto con gli aiuti che vengono messi in campo. E subito ci si è messa di mezzo la burocrazia condita, in questo caso, con una qualche dote di inettitudine. Se avete pazienza di arrivare in fondo a questa nota avrete la dimostrazione provata e recentissima di cosa significhi burocrazia e del perché questo rischia di essere un virus altrettanto malefico quanto il Covid19. Il 17 marzo c'è stato un decreto legge che prevedeva, fra le altre misure di sostegno (all'articolo 28) una indennità di 600 € per tutti gli artigiani e commercianti relativa al mese di marzo 2020. L’unica discriminante per poterla ottenere, era che i richiedenti artigiani e i commercianti non fossero già pensionati.
La comunicazione iniziale da parte della presidenza INPS è stata a dir poco fallimentare in quanto prima aveva parlato di click day, correggendosi poi e dicendo che le domande sarebbero state accettate in ordine di presentazione e quindi poco variava rispetto alla prima comunicazione creando chiaramente ansia e incertezza sulla possibilità di percepire effettivamente la somma in quanto la dotazione era limitata.
L’assurdità è stata quella di non consentire agli intermediari che avevano in delega le varie ditte (Associazioni come la nostra, consulenti del lavoro, commercialisti ecc.) di presentare in nome e per conto degli interessati la domanda specialmente in modalità massiva.
Risultato l'1 aprile, primo giorno utile per la presentazione della domanda, il sito dell’Inps è stato preso d’assalto e di fatto è andato in crash. Situazioni imbarazzanti di visualizzazione di dati di altri contribuenti, inaccessibilità al sito per tutta la giornata, insomma un’ecatombe. Gli aventi diritto sono stati lasciati soli e chi non era in possesso delle credenziali per poter accedere all’Inps è stato obbligato a richiederle (minimo 5 giorni di attesa) oppure a rivolgersi ai patronati che hanno avuto, contrariamente a tutti gli intermediari, la possibilità di accedere e presentare la domanda in nome e per conto degli aventi diritto.
Tra l’altro nella serata dell’1 Aprile, visto il disastro in atto, l'Inps, ha fatto una conferenza stampa dicendo che dal 2 aprile avrebbe aperto alla possibilità per gli intermediari di presentare la domanda: il 2 aprile l’Inps ha smentito quanto detto il giorno prima in quanto, a detta loro, per aprire agli intermediari serviva una autorizzazione del Ministero del lavoro ed una modifica alle procedure software ed entrambe non c’erano.
Ma, a mio avviso, il succo della questione è questa: se i 600 € spettavano a tutti esclusi i pensionati, perché hanno reso necessario un dramma collettivo simile? Bastava semplicemente che l’Inps chiedesse il codice Iban su cui accreditare la somma e stop. Se un contribuente percepiva già la pensione, l’Inps, come ente erogante della pensione stessa, poteva tranquillamente escluderlo dal beneficio.
Oltretutto, se avessero autorizzato gli intermediari, invece di 4,5 milioni (gli artigiani e commercianti aventi diritto) di singoli accessi avrebbero avuto molti meno accessi senza alcun problema per il blocco del sito.
Purtroppo la burocrazia e l’ottusità delle scelte fatte anche in questo periodo non sono venute meno.
Ultima considerazione. In questi giorni sono iniziate le erogazioni dopo che l’Inps ha attivato, solamente dal 10 aprile 2020, con il mondo bancario un sistema che controlli la coincidenza tra il codice fiscale del richiedente l’indennità con il codice fiscale del titolare del conto corrente collegato al codice Iban su cui il richiedente ha chiesto di far accreditare la somma. Peccato che il medesimo sistema l’Agenzia delle Entrate lo adotti fin dal 2003 per gli invii telematici dei modelli F24 mentre l’Inps, fino al 9 Aprile, obbligava a far certificare con apposito modello dalla banca il codice Iban su cui accreditare le somme.
Noi, come Assoartigiani, abbiamo presentato, con le singole credenziali Pin Inps dei nostri artigiani, circa 800 pratiche. Io personalmente ho lavorato anche di notte, unitamente ad altri dieci colleghi impiegati a tempo pieno, per predisporre le domande presentate dal fatidico 1 aprile e fino a sabato 11 aprile. Per scelta l’Assoartigiani ha fatto pagare agli associati il costo simbolico di € 20,00 a pratica e di questo tante imprese ci hanno ringraziato. Ora siamo in attesa del decreto di aprile che, a quanto si dice, prevederà altre indennità per il mese di aprile e di maggio: l’augurio che l’ecatombe della richiesta dell’indennità di marzo sia servita e che non si replichino le assurdità appena viste.
Gabriele Carrera
Vice Direttore Assoartigiani