INPS: la chimera della semplificazione dei processi
Niente sarà come prima, ci siamo ripetuti un po' tutti quando si era nel mezzo della burrasca Covid. Una delle assicurazioni che maggiormente confortavano, afferma in una nota l’Associazione Artigiani, era l'impegno ad avviare processi di semplificazione, di snellimento delle pratiche burocratiche, di maggiore attenzione e comprensione per le esigenze delle aziende già mezze strozzate dalla situazione che si è venuta a creare.
La speranza c'era e solo qualche inguaribile pessimista metteva in campo quel che appariva uno scetticismo fuori luogo, una pervicace ed ostinata diffidenza contro la macchina burocratica. Purtroppo, quell'inguaribile pessimista aveva ragione. Abbiate la pazienza di leggere queste poche righe qui sotto per capire, con un caso concreto, quel che si dice burocrazia asfissiante.
L'Inps, con messaggio del 20/7/2020, obbliga tutte le imprese che si sono avvalse del posticipo al 16/09/2020 dei versamenti in scadenza dal 16/03/2020 al 16/05/2020, a presentare un’istanza telematica con la quale si comunica l’avvenuta sospensione ed il numero di rate (massimo 4) con le quali si intende versare. E' uno dei provvedimenti saggiamente presi dal Governo per aiutare le aziende in questo difficile momento. Benissimo, ma attenzione.
La suddetta istanza concerne sia la rata di contributi fissi degli artigiani e commercianti scaduta il 18 maggio 2020, sia i contributi dei lavoratori dipendenti (per la sospensione dei quali, badate bene, le aziende hanno già indicato nella denuncia contributiva Uniemens delle mensilità interessate, appositi codici di sospensione diramati dall’Inps stesso). Quindi, in pratica, l'Inps già sapeva quali aziende avevano fatto domanda per la rateizzazione dei contributi per i dipendenti. Domanda: ma se già abbiamo comunicato questi dati perché oggi vengono nuovamente richiesti?
Armati di sana rassegnazione ci si accinge a riformulare la richiesta. Prima sorpresa: pur accedendo al programma all’interno dell’Inps, digitando il codice posizione, nessun dato viene compilato in automatico, quindi bisogna inserire, in punti e videate diverse per 4 volte dati anagrafici, codici di sospensione, importo del debito.
Il tempo per ogni singola istanza è di circa 7/8 minuti, confidando nel corretto funzionamento dei server INPS (spesso infatti a metà operazione il sito si blocca e si deve ricominciare tutto daccapo). Inoltre l’istanza può essere compilata solo dall’intermediario delegato e non dai subdelegati di quest’ultimo. Quindi significa in buona sostanza che solo un’utenza può operare nella immissione dei dati. Come Associazione Artigiani abbiamo centinaia di istanze da presentare e fate voi il conto di quanti giorni lavoro servono.
Crediamo sia necessario che l'Inps accolga la richiesta, visto e considerato che tale proroga arriva da DL, di non presentare nulla.
In un’ottica di semplificazione e di aiuto alle aziende alla fine l’effetto è contrario: si obbligano le aziende a spendere soldi per comunicare allo Stato di aver applicato una norma dallo stesso emessa: è un evidente controsenso senza contare che la Pubblica Amministrazione si ostina a richiedere dati di cui è già in possesso. E tutto questo la chiamano semplificazione...