Il futuro dei giovani
Il nuovo anno scolastico è da poco iniziato. Non sono formali gli auguri di buon lavoro che faccio ai ragazzi e ai professori. Ma credo sia importante fare almeno due riflessioni su altrettanti temi che ritengo importanti e che coinvolgono, in misura diversa, i ragazzi, le scuole, le nostre imprese artigiane. Il primo spunto mi viene da quanto scritto, anche recentemente, dai giornali e dallo stesso Giornale di Brescia, sulla mancanza – drammatica per molti aspetti – di tecnici qualificati per le nostre aziende. Giustamente si parla di paradosso: ma come, ci diciamo tutti i giorni che la disoccupazione giovanile in Italia è altissima (la media nazionale sfiora il 40%) e sempre tutti i giorni leggiamo e sentiamo che molte aziende cercano e non trovano tecnici. Come è possibile un simile paradosso? E' possibile perché, con tutta evidenza, le scuole tecniche continuano ad essere considerate da molte famiglie e da tanti ragazzi scuole di serie B, una sorta di seconda scelta, con il risultato che abbiamo sotto gli occhi di tutti: ci sono migliaia di posti di lavoro per periti che non vengono coperti perché questo tipo di scuola (ma ci aggiungerei anche i Cfp) non diploma ragazzi a sufficienza. Non mi addentrerò nelle molte e diverse ragioni per cui oggi abbiamo questa situazione. Mi limito a sottolinearla ed ovviamente lancio un messaggio alle famiglie e ai ragazzi: considerate con qualche attenzione in più l'indirizzo scolastico da imboccare, fate una seria valutazione su quello che una scuola, un diploma, vi può offrire alla fine del vostro percorso scolastico, direi anche: considerate che le scuole tecniche in questi anni si sono innovate, anche per quanto riguarda i piani di studio, decidere di frequentare una scuola tecnica non è per nulla una “diminutio”, a maggior ragione oggi dove vediamo il trionfo delle nuove tecnologie. E questa è la prima riflessione che mi sentivo di fare. La seconda riflessione è in qualche modo legata e riguarda un po' più da vicino le nostre imprese, quelle artigiane in particolare. E' ormai da tempo che le imprese sono a contatto con le scuole prima con il tirocinio scolastico ed oggi con la cosiddetta alternanza scuola-lavoro che è un ottimo strumento per consentire ai ragazzi di avere un primo rapporto strutturato con l'apprendistato di primo livello. Le aziende stanno gradualmente capendo l'importanza dell'alternanza scuola-lavoro. I contratti di apprendistato di primo livello, attivati dall'Associazione che presiedo, sono in costante crescita ma certamente ancora modesti rispetto alle potenzialità. E qui faccio un appello ai miei colleghi, a quelli che ancora sono restii, titubanti, dubbiosi, scettici ad attivare questo tipo di contratto. Chi non li attua, avendone la possibilità, sbaglia. Faccio un esempio: io credo che l'alternanza scuola-lavoro sia una ottima occasione per introdurre in azienda sperimentazioni digitali e di comunicazione. Spesso ci diciamo che bisogna fare ma anche che bisogna far sapere. Aggiungo: bisogna far sapere con le nuove tecnologie. E qui, su questa frontiera, nessuno batte i ragazzi. Introdurre in azienda forme di comunicazione e di marketing è una cosa ormai imprescindibile. E l'alternanza scuola-lavoro può essere, da questo punto di vista, una bella opportunità. Apriamo le porte dei nostri capannoni e dei nostri uffici, lasciamoci contaminare – come si dice oggi – dall'entusiasmo e dalle conoscenze dei ragazzi, cominciamo a conoscerli, a capire quel che sanno fare e ad intuire quanto di buono possono portare in azienda, con apertura, disponibilità, senso del futuro, sentiamoci tutti partecipi di questo nuovo mondo che sta arrivando. Perché se non ci attrezziamo siamo morti, se un'azienda resta lì ferma, se non affronta il tema delle nuove tecnologie significa che ha deciso di non avere un futuro.
BORTOLO AGLIARDI Presidente Associazione Artigiani