BONUS MOBILI: LA VIA PIÙ CHIARA PER OTTENERE LA DETRAZIONE
Il bonus mobili, prorogato fino al 31 dicembre 2020, consiste in una detrazione del 50% su una spesa massima di 10 mila euro, per l’acquisto di nuovi arredi ed elettrodomestici in classe A+ (A per forni e lavasciuga). Dello sconto fiscale – che si recupera in dichiarazione dei redditi in dieci quote annue – beneficiano anche le spese di trasporto e montaggio. Per poter abbinare il bonus mobili – anch’esso confermato fino alla fine del 2020 – è necessario che vengano rispettate tre condizioni:
1) i lavori agevolati dalla detrazione del 50% devono essere almeno di manutenzione straordinaria. Solo sulle parti condominiali, infatti, è ammessa anche la manutenzione ordinaria (come la tinteggiatura di pareti e soffitti);
2) le opere di ristrutturazione agevolate devono essere avviate dal 2019;
3) i lavori devono essere avviati prima dell’acquisto degli arredi, mentre non è fondamentale che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile.
La detrazione del 50% sul recupero edilizio, che è stata confermata fino al 31 dicembre 2020, premia i lavori pesanti, come ad esempio lo spostamento di una parete interna o la fusione di due appartamenti. Ma anche tutta una serie di piccoli interventi, agevolati a prescindere dalla categoria edilizia in cui ricadono. Tra gli interventi di manutenzione straordinaria (e quindi agevolati) nei singoli appartamenti rientrano:
- la realizzazione dei servizi igienici (come un secondo bagno) o l’integrale rifacimento di un bagno esistente con sostituzione delle tubature;
- la sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia (attenzione: purché non agevolata dall’ecobonus, cui non si può “agganciare” il bonus mobili);
- il rifacimento dell’impianto elettrico;
- la sostituzione della caldaia (anche in questo caso, non dev’essere agevolata dall’ecobonus ma dalla detrazione edilizia standard);
- l’installazione di un pannello solare fotovoltaico al servizio dell’abitazione;
- la sostituzione dello scaldabagno (anche da elettrico a metano), che rientra tra le opere detraibili al 50% perché dirette a conseguire un risparmio energetico.
In generale – avvertono le Entrate – non danno accesso al bonus del 50% gli interventi finalizzati a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi: a meno che, per le loro particolari caratteristiche. Il cambio della serratura, quindi, non basta. Altri interventi, invece, sono sufficienti:
- l’installazione di un portoncino blindato al posto della vecchia porta esterna;
- l’installazione di un impianto di allarme all’interno della singola abitazione: purché richieda opere sull’impianto elettrico, è un intervento di manutenzione straordinaria che consente il bonus mobili;
- l’installazione o la sostituzione del videocitofono, che consente l’applicazione del bonus mobili solo se inerente a un’abitazione unifamiliare e non a un condominio. Per il condominio, infatti, il bonus mobili si applica per l’arredo di parti comuni e non della singola unità immobiliare (ad esempio, arredo della casa del portiere o del cortile/giardino). Anche qui, se il regolamento edilizio comunale non richiede titoli abilitativi per l’intervento, bisogna predisporre una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà;
- l’installazione o sostituzione delle inferriate all’interno delle singole abitazioni: anch’esso un intervento di manutenzione straordinaria che, se fruisce della detrazione del 50% per ristrutturazione, consente comunque l’accesso al bonus mobili.
La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria. È necessario, poi, che il beneficiario del bonus mobili sia il medesimo che utilizzi anche la detrazione del 50% sul recupero edilizio.
Per maggiori informazioni contattare: Claudio Tucci – 030/2209849 – claudio.tucci@assoartigiani.it